Daniele Epifani
chitarra moderna
Chi è Daniele Epifani
Nato a Rho (Milano) il 13/09/1973, Daniele Epifani è un chitarrista con forti radici rock, che avendo esplorato i più svariati generi musicali ha sviluppato, in più di 30 anni di esperienza, uno stile eclettico ed originale: una marcata espressività ritmica afro-americana, un fraseggio rock-blues arricchito da sapori etnici e da una spiccata sensibilità melodica e armonica moderna, una tecnica elastica che rivela sottili dettagli espressivi sia in ambito monofonico che polifonico e una particolare attitudine psichedelica, gli permettono di spaziare in qualunque genere musicale, pur mantenendo un’impronta inconfondibile.
Ha suonato in tour con famosi artisti internazionali e italiani tra cui Guillermo Dávila (uno dei più celebri cantautori rock-pop del latino-america), Simone Tomassini (famoso cantautore rock-pop italiano), Sagi Rei (celebre cantante soul israeliano), Natasha James (cantautrice country-blues americana), Addys D’Mercedes (cantante latin-pop cubana, famosa in Germania), etc. Ha registrato in svariate produzioni e partecipato a festivals internazionali e italiani in ambito rock, blues, jazz, salsa e musica africana, a fianco di eccellenti musicisti.
Daniele ha un’ampia esperienza più che ventennale nell’insegnamento della chitarra, sia moderna (elettrica e acustica) che classica. Nel corso degli anni, insegnando ad allievi sia adulti che bambini in contesti sia individuali che di musica di insieme, ha maturato un metodo di insegnamento che, adattandosi alle diverse attitudini e talenti, tira fuori il meglio da ogni allievo, stimolando la passione per la musica e i gusti artistici personali.
Conosciamo meglio Daniele facendogli qualche domanda.
Raccontaci il tuo primo ricordo sulla musica
Mio padre, rocckettaro di professione dell’era precedente ai dj, amava registrarmi mentre cantavo le canzoni imparate all’asilo: questo gioco mi insegnò ad ascoltare la mia voce. Poi mi regalò un piano giocattolo: non dimenticherò mai quel pomeriggio in cui scoprii la gioia dell’improvvisazione, quel piccolo piano rosso mi aiutò a scoprire un mondo fantastico dentro di me. Oggi suono una chitarra rossa e la magia dell’improvvisazione musicale è ancora il mio gioco preferito.
Il brano che ti ha fatto avvicinare alla musica o al tuo strumento?
La sigla finale di Goldrake Ufo Robot (“Va, distruggi il male, va…”).
Quando hai scelto di fare della musica la tua professione?
Ho sempre amato la musica. Da piccolo ho studiato piano, poi batteria, infine a 13 anni chitarra: quando pochi mesi dopo il mio primo accordo riuscii a tirar giù a orecchio l’assolo di “Carrie” degli Europe, capii che nessun lavoro al mondo mi avrebbe dato più gioia del suonare la chitarra elettrica.
Cosa ti piace di più dell’insegnamento?
Non si finisce mai di imparare, ecco perché più che un insegnante mi sento un eterno studente.
Tuttavia amo mettere la mia esperienza a servizio degli altri: quando un mio allievo riesce a fare alla chitarra una cosa che fino a un attimo prima non riusciva a fare sono felice come un bambino che apre i regali di Natale.
Inoltre credo che la musica sia una delle arti più umane che ci siano: insegnare musica è un modo per coltivare nelle persone una sana umanità, e oggi più che mai ce n’è davvero bisogno.
Cosa consiglieresti a chi vuole approcciarsi alla musica?
L’arte come ogni cosa richiede tempo ed energia. La musica è quell’arte che sublima il senso dell’udito.
Solo quando si impara ad ascoltare veramente si può accedere al meraviglioso mondo della musica: a quel punto imparare a suonare è possibile e riuscirci è davvero divertente.Imparare ad ascoltare è come una pianta: il seme è ascoltare la musica (sviluppando l’orecchio), il fusto è ascoltare se stesso (registrandosi), il frutto è ascoltare gli altri (suonando in gruppo).
I cinque dischi che hanno cambiato la tua vita:
“Thriller” di Michael Jackson
“Can’t slow down” di Lionel Richie
“Alchemy” dei Dire Straits
“Out of this world” degli Europe
“Long to be loose” di Wayne Krantz